venerdì 19 aprile 2019

Chimica e arte


Un pigmenti sono le sostanze che danno colore ai materiali.  In natura i pigmenti sono diffusi nelle rocce e nei minerali. Molte strutture biologiche come pelle, occhi e capelli contengono pigmenti, come la melanina. Nei vegetali  troviamo le clorofille (verdi), i carotenoidi e flavonoidi (giallo-arancione), i tannini presenti nella corteccia delle piante, e i pigmenti floreali, tra cui gli antociani (rosso).
Il legame fra chimica e pittura si perde nella notte dei tempi I dipinti nella grotta di Chauvet in Francia, o quelli d’Altamira in Spagna, risalgono al Paleolitico. In quell’epoca si usavano solo 3 pigmenti: nero (carbone), rosso d’ematite (ossido di ferro) e ocra (ossido idrato di ferro).
Ogni opera d’arte è determinata dai materiali a disposizione dell’artista e dalla sua abilità a manipolarli. Nel corso della storia i pigmenti si sono evoluti e diversificati arricchendo sempre più la tavolozza dei pittori.
In campo artistico si definisce pigmento una sostanza formata da particelle piccolissime dell’ordine dei micrometri (un millesimo di millimetro) che dà colore a un materiale legante in cui si disperde senza sciogliersi. I leganti più usati, storicamente sono stati: la cera, la gomma arabica, il tuorlo e l’albume d’uovo per la tempera, l’olio di lino e la resina acrilica per i colori ad olio e acrilici.


Nelle botteghe dei pittori del Rinascimento, i garzoni macinavano i minerali per ottenere polveri finissime. L’operazione era delicata, poiché la tonalità del colore dipendeva dallo spessore della polvere ottenuta, oltre che dal mezzo disperdente e dalla rugosità della superficie dipinta.
Alla fine del ’700 l’antica alchimia fu gradualmente sostituita dalla chimica.  Con la sintesi di pigmenti artificiali i pittori ebbero a disposizione colori e tonalità che prima erano sconosciuti.
Le botteghe dei pittori non furono più laboratori di preparazione dei pigmenti. I nuovi pigmenti disponibili in tubetti potevano essere utilizzati anche all’aria aperta e avevano il vantaggio di costare relativamente poco.
Ma molti pigmenti usati dai pittori dell’Ottocento erano tossici. Come per esempio i cromati gialli usati da Van Gogh nei «Girasoli»,  o il sale di cadmio, di colore arancio, usato da Matisse nella «Stanza rossa» . Solo nel Novecento questi pigmenti sono stati sostituiti con sostanze non tossiche.

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