Un pigmenti sono le sostanze che
danno colore ai materiali. In natura i
pigmenti sono diffusi nelle rocce e nei minerali. Molte strutture biologiche
come pelle, occhi e capelli contengono pigmenti, come la melanina. Nei
vegetali troviamo le clorofille (verdi),
i carotenoidi e flavonoidi (giallo-arancione), i tannini presenti nella
corteccia delle piante, e i pigmenti floreali, tra cui gli antociani (rosso).
Il legame fra chimica e pittura
si perde nella notte dei tempi I dipinti nella grotta di Chauvet in Francia, o
quelli d’Altamira in Spagna, risalgono al Paleolitico. In quell’epoca si
usavano solo 3 pigmenti: nero (carbone), rosso d’ematite (ossido di ferro) e
ocra (ossido idrato di ferro).
Ogni opera d’arte è determinata
dai materiali a disposizione dell’artista e dalla sua abilità a manipolarli.
Nel corso della storia i pigmenti si sono evoluti e diversificati arricchendo
sempre più la tavolozza dei pittori.
In campo artistico si definisce pigmento
una sostanza formata da particelle piccolissime dell’ordine dei micrometri (un
millesimo di millimetro) che dà colore a un materiale legante in cui si
disperde senza sciogliersi. I leganti più usati, storicamente sono stati: la
cera, la gomma arabica, il tuorlo e l’albume d’uovo per la tempera, l’olio di
lino e la resina acrilica per i colori ad olio e acrilici.
Nelle botteghe dei pittori del
Rinascimento, i garzoni macinavano i minerali per ottenere polveri finissime.
L’operazione era delicata, poiché la tonalità del colore dipendeva dallo
spessore della polvere ottenuta, oltre che dal mezzo disperdente e dalla
rugosità della superficie dipinta.
Alla fine del ’700 l’antica alchimia
fu gradualmente sostituita dalla chimica.
Con la sintesi di pigmenti artificiali i pittori ebbero a disposizione
colori e tonalità che prima erano sconosciuti.
Le botteghe dei pittori non
furono più laboratori di preparazione dei pigmenti. I nuovi pigmenti
disponibili in tubetti potevano essere utilizzati anche all’aria aperta e
avevano il vantaggio di costare relativamente poco.
Ma molti pigmenti usati dai
pittori dell’Ottocento erano tossici. Come per esempio i cromati gialli usati
da Van Gogh nei «Girasoli», o il sale di
cadmio, di colore arancio, usato da Matisse nella «Stanza rossa» . Solo nel
Novecento questi pigmenti sono stati sostituiti con sostanze non tossiche.
Nessun commento:
Posta un commento